Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".
Corpo e Sangue di Cristo
La pagina evangelica ha molto da dirci anche in riferimento al mistero eucaristico. "Chi mangia me, anch'egli vivrà per mezzo di me": così suona letteralmente la seconda parte del versetto 57 di Gv 6. Il testo, che fa parte della sezione "eucaristica" (6,51c-58) del discorso sul pane di vita (6,26-71), è realistico fino alla durezza. Come intendere questa "durezza" eucaristica? Il realismo eucaristico, nella tradizione cattolica dall'epoca della Controriforma fino quasi ai nostri giorni, si è concentrato sulla presenza reale di Cristo in ciò che viene mangiato, mentre ha smaterializzato il "cibo" da mangiare e de-corporeizzato la manducazione. Io penso che la nostra espressione richieda piuttosto, in primo luogo, una riflessione sull'atto del mangiare, sul senso simbolico e antropologico del mangiare. Come ha scritto Pierre Benoit: "Nell'Eucaristia è il corpo stesso di Cristo che, nella sua pienezza di fonte di grazia, viene a noi; e non è attraverso un contatto più o meno superficiale ed effimero, ma attraverso il modo più intimo e duraturo possibile: l'assimilazione di un alimento". Per l'uomo il mangiare è atto primordiale e riconoscimento iniziale del mondo. Il suo legame con la vita è essenziale da quando il bambino è feto nel ventre materno fino alla morte. L'atto di mangiare è rinvio all'attività culturale dell'uomo: implica il lavoro, la preparazione del cibo, la socialità, la convivialità. Infatti, l'uomo mangia insieme con altri e il mangiare è connesso a una tavola, luogo primordiale di creazione di amicizia, fraternità, alleanza e società. A tavola non si condivide solo il cibo, ma si scambiano anche parole e discorsi nutrendo così le relazioni, ovvero ciò che dà senso alla vita sostentata dal cibo. Come atto di amore è quello per cui Gesù si dona come cibo e bevanda agli uomini. Come atto di amore è la morte di Gesù, amore che è all'origine della resurrezione e della promessa della vita per sempre con il Signore nel Regno. Vita di Dio e vita dell'uomo si incontrano nell'amore, nell'agape, cibo che veramente nutre l'uomo e realtà che costituisce la vita di Dio: "Dio è amore" (1Gv 4,8.16). L'Eucaristia è il sacramento della carità, dell'agape, in cui il dono di Dio agli uomini è la piena narrazione del suo amore per loro e la fonte del loro amarsi come Cristo li ha amati. La comunità che nasce dall'Eucaristia è costituita dall'insieme dei "donanti", dei "capaci di dono" perché essi stessi "destinatari di dono", in un circuito di donazione che ha la sua origine nell'alto, da Dio; è formata da "coloro che amano" ("Amatevi gli uni gli altri": Gv 13,34) in quanto essi stessi "amati" ("come io ho amato voi": Gv 13,34).
Agenda settimanale
14 Domenica - CORPO E SANGUE DI CRISTO (anno A) – P Ss. Valerio e Rufìno
Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58 Loda il Signore, Gerusalemme
9:00 Santa Messa def.: Montagnani Settimo e Matteoli Emma
11:15 Santa Messa def.: Tinacci Giovanna
18:00 Santa Messa def.: Testi Lido e Rosina
15 Lunedì - 11.a del Tempo Ordinario S. Vito; S. Amos pr.; B. Luigi M. Palazzolo
1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42 Sii attento, Signore, al mio lamento
18:00 Santa Messa def.: Frosari Giuliano
16 Martedì - 11.a del Tempo Ordinario Ss. Quirico e Giulitta; B. Maria Teresa Scherer
1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48 Pietà di noi, Signore: abbiamo peccato
18:00 Santa Messa def.: Gloria e Mara
17 Mercoledì - 11.a del Tempo Ordinario S. Raniero; S. Nicandro e Marciano; B. Paolo Buralo
2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18 Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore
18:00 Santa Messa def.: Aladino e Marcella
18 Giovedì - 11.a del Tempo Ordinario S. Gregorio Barbarigo; S. Calogero; S. Leonzio
Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15 Gioite, giusti, nel Signore
18:00 Santa Messa def.: Salvadori Giovanni e Lina
19 Venerdì - SACRATISSIMO CUORE DI GESU' (anno A) (s) – P SACRATISSIMO CUORE DI GESU', S. Romualdo (mf)
Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30 L'amore del Signore è per sempre
18:00 Santa Messa def.: Famg. Chiarugi
20 Sabato - Cuore Immacolato di Maria (m) – P Cuore Immacolato di Maria, S. Gobano
Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51 Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore
18:00 Santa Messa def.: Vanni Guido - Rita
21 Domenica - 12.a del Tempo Ordinario (anno A) S. Luigi Gonzaga (m)
Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33 Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio
9:00 Santa Messa def.: Mancini Irene
11:15 Santa Messa def.: Leonello e Giuseppa
18:00 Santa Messa def.:
19.15 in Santa Verdiana Recita del Vespro e benedizione Eucaristica
Sacro Cuore di Gesù
Celebreremo venerdì 19 alle ore 18 la Santa Messa nella solennità del Sacro Cuore di Gesù.
La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685.
Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial (Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 ad appena 43 anni. Al Sacro Cuore la Chiesa applica la stessa devozione che ha per la Santissima Trinità. Adorare il Cuore di Gesù significa adorare l'amore che Egli ha per tutti noi e confermare la sua umanità, assunta nell'incarnazione.