Ogni canto deve essere esaminato attentamente, prima che venga presa la decisione di inserirlo nel repertorio.
Il documento Principi e norme per la Liturgia delle Ore afferma:
“Inoltre, si deve evitare diligentemente di ammettere delle canzonette popolari che non hanno nessun valore artistico e che in verità non si addicono alla dignità della Liturgia” (Cap X, n.178).
Per scegliere correttamente un canto, bisogna far riferimento a tre criteri:
Le parole
Cosa dicono le parole? Nella produzione musicale religioso-liturgica, vi sono molti canti che vanno scartati perché contengono delle parole non adatte.
Il testo è sempre il portatore del messaggio. Il suo contenuto e la sua forma poetica devono esprimere con chiarezza un messaggio che abbia un contenuto teologico esatto e sia in sintonia con la comunità sul mistero che si vuole celebrare. Così, come il canto può edificare la fede, potrà anche danneggiarla se si introdurranno attraverso di esso errori teologici o inesattezze. Non si devono favorire testi lirici, sentimentali, umani di contenuto vuoto, né, possibilmente, traduzioni solo letterali di inni composti in altre lingue. La precisione di un testo, la sobrietà di espressione ed una certa austerità di forma, favoriscono l’interiorizzazione del messaggio, creando un clima di vera preghiera, più di tante parole, di giochi letterari e di ridondanza dell’espressione. Al termine dell’esecuzione dei testi poetici molto lunghi, proclamati o cantati, non resta quasi niente nella mente e nel cuore di chi è in ascolto. Ciò non succede con un buon canto o un buon ritornello, perché esso continuerò a risuonare per molto tempo nell’intimo delle persone.
La funzionalità
Ogni qual volta si scelgono i canti per una celebrazione o quando si rende necessario proporli all’improvviso, bisogna porsi alcune domande:
Perché questo canto e non un altro? Non c’è forse un altro canto più adatto e che possa raggiungere prima lo scopo desiderato? In questa celebrazione, c’è uno spazio dove il canto prescelto possa essere convenientemente inserito?
L’esecuzione di un qualsiasi canto deve rispettare l’anno liturgico, essere in accordo con la Parola che è stata proclamata o con il messaggio della celebrazione, adattarsi al tipo di assemblea presente e alla possibilità che questa può avere di eseguirlo e di interpretarlo, in accordo con lo stile personale e il proprio modo di esprimersi.
La musica
La Chiesa, nelle proprie celebrazioni, non esclude mai alcun genere di musica sacra. Ma ciò di cui si deve sempre tenere conto è che la musica sia in accordo con il tipo di assemblea; soprattutto, che essa raggiunga la sua vera finalità. Quindi, il canto religioso e liturgico non deve servire unicamente a rendere piacevole la celebrazione, o ad evitare che ci si “addormenti”, o altro. Il canto è un mezzo privilegiato per pregare o, secondo una famosa espressione di sant’Agostino, per “pregare due volte”.
Cosa significa allora scegliere una buona musica? Innanzitutto, che la musica sia in accordo con il testo, affinché la melodia possa esprimere meglio le parole e non, viceversa, che le parole si debbano adattare alla melodia. Cosa dire di un “Signore, abbi pietà di noi” accompagnato da un ritmo ballabile o di un “santo” melanconico e sentimentale, che smentisce la parola del prefazio, e che quindi non porta all’acclamazione?