Luca 23,35-43

Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto". Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".

Cristo re dell’universo

Quest’anno la solennità di Cristo Re, si colora di un aspetto eccezionale: in questo giorno, Papa Francesco conclude lo speciale Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI. Non c’era forse migliore ricorrenza liturgica di quella odierna, per coronare un Anno dedicato in maniera speciale alla virtù della fede. Guardare a Cristo come Re dell’Universo, infatti, consiste nel riconoscere il suo primato su tutte le cose. Come insegna san Paolo nella seconda lettura, Gesù è il Primogenito di tutta la creazione, perché tutte le cose sono state create «per mezzo di Lui e in vista di Lui». Egli infatti, Dio Verbo, precede tutte le cose; è Lui, Parola e Sapienza del Padre, che le ha chiamate all’esistenza; ed è sempre Cristo, Verbo fatto Carne, che mantiene in vita tutto ciò che Dio ha creato: «tutte le cose sussistono in Lui». In virtù di questo, Gesù è Capo, non solo del Corpo Mistico, come ricorda ancora san Paolo, ma anche di tutto ciò che esiste: Egli, infatti, possiede «il primato su tutte le cose». La fede cristiana consiste in questo: guardare a Cristo e riconoscere in Lui il Signore e il Dio immortale che ha creato tutto e tutto mantiene in esistenza. Gesù è il «Re dei re e il Signore dei signori» (Ap 19,16). Un Anno della Fede, dunque, non può che trovare in questa solennità liturgica il suo più degno coronamento. In quanto è Dio come il Padre, Cristo Re racchiude in Sé tutte le regalità e le paternità terrene, che anzi da Lui traggono origine (cf. Ef 3,15, da raccordare con Gv 16,15). D’altro canto, a Pilato che glielo chiedeva, il Signore rispose chiaramente: «Tu lo dici, io sono Re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo...» (Gv 18,37). Che però la vera regalità di Cristo anche relativizzi ogni potere terreno lo sottintende l’odierna seconda lettura, lì dove Davide – il re per eccellenza nell’Antico Testamento –, nell’atto in cui viene paragonato a Gesù, si rivela essere non più di una semplice “figura” di Colui che doveva venire. E mentre nella prima lettura di oggi il re Davide è re del popolo soprattutto in senso politico, la regalità di Cristo (che pure non esclude l’aspetto sociale) ha una portata ed un valore molto più vasti e superiori. dei signori, dalla cui autorità proviene anche quella di coloro che ci governano sulla terra; potere che Cristo non deve conquistare per sé, ma che già ha e lo concede ai governanti terreni per il bene degli uomini. Gesù e il cristianesimo, quindi, non potranno mai essere confusi con un movimento sociale o politico, ma nello stesso tempo sono in grado di permeare anche la sfera sociale e politica, trasformandola secondo la logica superiore del Vangelo.

Domenica della carità

Come già anticipato, ogni prima domenica del mese come comunità parrocchiale e non solo, ci siamo presi l’impegno di aiutare i più bisognosi. Domenica 1 Dicembre le offerte che verranno raccolte durante le celebrazioni della santa Messa saranno devolute per gli alluvionati della Sardegna e delle Filippine.