Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,1-8)
"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Essere tralci
Se si guarda una vite potata all'inizio dell'inverno, si ha l'impressione di avere a che fare con una natura morta. Il tronco rugoso e attorcigliato, con i nodi dei tralci tagliati, da' un senso di malinconia, che i contadini mediterranei conoscono bene. È in sintonia con il clima freddo che si avvicina e che stende un velo di silenzio sull'aria ricolma, fino a poche settimane prima, dei canti di festa della vendemmia. I frutti succosi sembrano un ricordo ormai lontano: è rimasto il vino, conservato con cura per fare memoria sulla tavola del sacrificio dei grappoli strappati, schiacciati, spremuti per dare il meglio di sé. Quella potatura, quella non speranza invece apre ad una rinascita, ancora una volta quella vite darà il suo frutto, ancora una volta la linfa vitale gonfierà i chicchi riempiendoli di dolce succo. Quella potatura toglie dalla vite le piante parassite, che dal basso si aggrappano al tronco e rischiano di soffocare lo sviluppo dei nuovi tralci. Ma la radice dell'edera e degli altri parassiti rimane separata da quella della vite. C'è il rischio, a volte, che ci avvinghiamo a Cristo, mostrando di avere per Lui tanta passione e ardente desiderio. Ma invece di lasciarci rivestire della sua veste martiriale, copriamo Lui del nostro abito fastoso di formalismi e di ritualità, di giudizi e di interessi egocentrici. In fondo, nutriamo le nostre convinzioni comode della Parola asservita ai nostri bisogni. Si può anche vivere attaccati a Gesù come dei parassiti. Per il vero cristiano però è necessario essere innestati in Gesù, cioè accettare di attingere alla sua stessa radice, che è la relazione con il Padre, sempre misericordiosa, ma anche sorprendente; ed è l'ascolto paziente e coraggioso dello Spirito, che illumina la nostra vita e la realtà con Parole e scelte controcorrente, poco avvezze ad adeguarsi al tran-tran del mondo. La radice di Cristo è la vita trinitaria, così intensa e densa di scelte nell'ottica dell'unità, della riconciliazione, della pace. Restare innestati in Cristo è fondamentale, perché i tagli dell'esistenza siano potature e non distruzioni. Alla violenza, Dio preferisce la concretezza e la radicalità dell'amore. Si tratta di scegliere la radice che nutre, perché le esigenze della crescita non portino lontano dal Pane della vita e dal Vino della festa.
Agenda della settimana
29 - Domenica - 5.a di Pasqua - S. Caterina da Siena, patr. Italia e Europa - I
A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea. - At 9,26-31; Sal 21; 1Gv 3,18-24; Gv15,1-8
9:00 Santa Messa – def.: famg. Sabatini e Chesi
11:15 Santa Messa – def.: Mendola Luciano e Rosa
17:00 Santa Messa – def.: Campinoti Giovanni e Leda
30 - Lunedì - 5.a di Pasqua - S. Pio V (mf); S. Giuseppe B. Cottolengo; S. So?a - I
Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria. - At 14,5-18; Sal 113B; Gv 14,21-26?
7:00 Santa Messa – def.: Fabiana
17:00 Santa Messa – def.: Del Turco Oreste e Rosa
1 - Lunedì - 3.a di Pasqua - S. Giuseppe lavoratore (mf) - III
Rendi salda, Signore, l'opera delle nostre mani. - Gen 1,26–2,3; opp. Col 3,14-15.17.23-24; Sal 89; Mt 13,54-58
9:00 Santa Messa – def.: Ida e Giuseppe
16:30 a san Vivaldo festa del Vicariato
2 - Martedì - 3.a di Pasqua - S. Atanasio (m) - III
Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito. - At 7,51_8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35
17:00 Santa Messa – def.: Montagnani Alberto e Cesarina
3 - Mercoledì - 3.a di Pasqua - Ss. FILIPPO e GIACOMO (f) - P
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. - 1Cor 15,1-8a; Sal 18; Gv 14,6-14
17:00 Santa Messa – def.: Pina e Emilia
4 - Giovedì - 3.a di Pasqua - SS. Silvano e Nereo, S. Porfirio prete, Ada - III
Acclamate Dio, voi tutti della terra. - At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51
17:00 Santa Messa – def.: Salvadori Ettore
5 - Venerdì - 3.a di Pasqua - S. Pellegrino martire, Angelo, Penelope - III
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. - At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59
8:30 Santa Messa – def.: Creati Pietro e Nencini Fernanda
17:00 Santa Messa – def.: Renieri Maria
6 - Sabato - 3.a di Pasqua - S. Giuditta martire, Violante - III
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? - At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69
9:00 Santa Messa – def.: Calamassi Caterina
11:15 Santa Messa – def.: Malquori Italo, Giacomo e Bacchi Silvia
17:00 Santa Messa – def.: Fontanelli Silviero e Cioni Giuliana
Festa di san Vivaldo
Martedì 1 Maggio ricorre la memoria liturgica di san Vivaldo. Come ogni anno ci ritroveremo presso il convento dei frati francescani per pregare insieme, ringraziando il Signore per questo anno che ci ha donato. L'appuntamento è per le 16.30 quando celebreremo la santa Messa, presieduta dal nostro vescovo Alberto. Al termine ci sarà un momento di fraternità, condividendo l'ospitalità sempre molto gradita dei frati e il cibo che ognuno di noi vorrà portare.